Con il Papa 60.000 ciellini (tanti varesini) celebrano don Giussani

Rimarrà indelebile negli occhi e nel cuore di migliaia di persone l’immagine di Francesco sulla papamobile immerso in una folla di 60.000 ciellini venuti da tutto il mondo in San Pietro, sabato 15 Ottobre, per celebrare il centenario della nascita del fondatore del loro movimento, monsignor Luigi Giussani.

Una piazza gremita in ogni ordine di posti fino a via della Conciliazione come non si vedeva da tempo. Uno spettacolo suggestivo che avrà ristorato l’animo del Papa in omaggio e come ringraziamento all’udienza straordinaria concessa.

Sulle note di un canto popolare tra i figli spirituali di monsignor Luigi Giussani, scandite dal refrain “Quando uno ha il cuore buono, non ha più paura di niente, è felice di ogni cosa, vuole amare solamente”, il Pontefice ha percorso per oltre venti minuti in automobile gli spazi che dividevano i settori in cui ordinatamente, fin dalle ore 9 del mattino, si erano accomodate la varie delegazioni di ciellini.

Numerosa quella composta da varie comunità di Varese e di Gavirate che si sono unite ad altre del capoluogo lombardo. Diversi gruppi famigliari hanno raggiunto Roma venerdì per essere puntuali all’udienza di sabato mattina.

Rispondendo al saluto di Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, papa Francesco ha raccomandato di evitare personalismi sottolineando come il carisma sia universale, quindi non legato ad una singola persona.

«Guardate la memoria del vostro Fondatore perché il carisma di don Giussani vi porti a raggiungere tante altre persone», ha testualmente detto il Papa. «Don Giussani aveva il desiderio di comunicare la sete cristiana, senza imporre il suo pensiero. Il suo approccio ha generato tante personalità che si sono poi distinte nella Chiesa, in politica, nel giornalismo, nelle attività sociali.

È stato un sacerdote che ha amato la Chiesa e l’ha riverita perché credeva che essa era la continuità di Cristo nella storia». Sottintendendo alle tensioni che nel Movimento si sono avute nel recente passato durante la gestione del successore di don Giussani, il teologo spagnolo don Julian Carron, papa Francesco ha ricordato che «Don Luigi amava l’espressione “la compagnia dei battezzati” alla quale ha dato sostanza con l’intera sua vita».

Qualsiasi opinione si possa avere su Comunione e Liberazione è impensabile che un Movimento ecclesiale che conta oltre 300.000 aderenti distribuiti in 70 Paesi non possa essere nel cuore di un Pontefice.

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